Quando cominci a riconoscere di essere anche tu divino, ti sgravi di un peso. A quel punto, puoi anche fare molti errori, ma non vi saranno più peccati. Tu non sei un peccatore, puoi essere qualcuno che sbaglia, che va fuori strada ma non sei un peccatore. Qualunque cosa fai, non puoi perdere la tua essenza: quella è la tua natura. divina.
Chiamandomi Dio, ti sto semplicemnete indicando qualcosa. Io ti sto dicendo: "Guardami, sono proprio come te". Se io riesco a riconoscere la divinità in me, a rispettare il mio essere, perchè non puoi farlo tu? Rispetta il tuo essere!
Quando mi definisco Dio, intendo tutto ciò: io rispetto il mio essere non mi condanno in alcun modo. Sono felice, felicissimo così come sono. La parola indiana per Dio , baghwan ha un grandissimo significato: vuol dire semplicemente "il beato", nulla di più. Baghwan significa il beato, colui che è benedetto, qualcuno che ha la fortuna di riconoscere il proprio essere. Questa parola è priva di connotazioni cristiane. L'idea cristiana di Dio, è qualcuno che ha creato il mondo. Baghwan è tutta'altra cosa : non ha nulla a che fare con la creazione del mondo, indica semplicemente qualcuno che ha riconosciuto la propria divinità. In tale riconoscimento è la beatitudine, la benedizione: costui è diventato "il beato".
Definendomi Baghwan, voglio semplicemente invitarti ad avere coraggio e rivendicare le tua ali: tutto il cielo ti appartiene, se le hai.
Ecco perchè chiamiamo baghwan il Buddha, perchè il significato è totalmente diverso . Diciamo che il Buddha è un baghwan perchè non ha più desideri. E' appagato e felice a casa sua; è arrivato a casa , e questa è la beatitudine. Adesso non ci sono conflitti tra lui e l'esistenza: è ormai in sintonia, in armonia con essa.