Quando l'oncologa mi vide, il suo volto rivelò un profondo turbamento. "Il cuore di sua moglie puà anche continuare a battere" disse "ma lei non è più qui.
Di chi sta parlando la dottoressa? Mi chiesi. Non mi sono mai sentita meglio in vita mia! Perchè la mamma e Danny sembrano così spaventati e preoccupati? Mamma, ti prego non piangere. Cosa c'è che non va? Stai piangendo per me? Non farlo. Sto bene, davvero, cara mammina.
Pensavo di pronunciare queste parole ad alta voce, invece non emettevo alcun suono. Non avevo voce. Volevo abbracciarla, consolarla e dirle che stavo bene, e non riuscivo a capire come mai non riuscissi a farlo.
In questo stato di premorte, ero molto più consapevole di tutto quello che stava accadendo attorno a me di quanto lo sarei stata normalmente. Non stavo usando i miei cinque sensi, eppure assorbivo avidamente ogni cosa, molto più che se avessi usato i miei organi di senso. Era molto di più di percepire, mi sembrava di riuscire ad abracciare tutto quello che stava succedendo, come se mi stessi lentamente fondendo con il tutto.
Ero in grado di percepire le loro paure, la loro disperazione e la rassegnazione davanti alla mia situazione.
Ero del tutto consapevole di quello che stava accadendo attorno a me. Malgrado sembrasse che ogni cosa si svolgesse contemporaneamente, ciò su cui mi focalizzavo diventava subito nitido.
"Non riesco a trovarle la vena" sentii dire a una infermiera .
Li osservai lavorare con grande dedizione al mio corpo immobile, un involucro che sembrava troppo piccolo per contenere quello che provavo nei miei confronti in quel momento.
Ero estremammente consapevole di ogni dettaglio, ma non riuscivo a sentire nulla a livello fisico, nulla tranne un senso di liberazione che non avevo mai conosciuto. Tutto il dolore, la sofferenza, il male fisico erano spariti! Mi sentivo completamente sollevata. Non ricordavo di aver mai provato una sensazione simile prima di allora.